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Cosa fare e non fare quando giochiamo con il nostro gattino

Oggi ci rivolgiamo a tutti coloro che possiedono un cucciolo di gatto e desiderano imparare a giocare con il proprio amico a quattro zampe.
Il gioco assume, per chi non lo sapesse, molteplici funzioni ed è fondamentale per il corretto sviluppo dell’animale: concorre al giusto rafforzamento dei muscoli, prepara il micio alla vita da adulti, sviluppa le capacità venatorie e i sensi. Vediamo quindi come divertirsi con il proprio gatto, ma soprattutto quali sono gli atteggiamenti da evitare.

1. Come e quando giocare con il proprio gatto

Il gatto gioca, solitamente, più volte al giorno per alcuni minuti e le attività ludiche possono essere così suddivise:

  • sessioni di gioco con il proprietario;
  • sessioni di gioco in solitudine lasciando a disposizione dell’animale alcuni oggetti dedicati;
  • sessioni di gioco dedicate alla stimolazione mentale.

L’ideale è avere a propria disposizione piccoli giochi per gatti che siano in grado di risvegliare l’istinto dell’animale da cacciatore; in commercio vi sono palline, topini di peluche, piume attaccate a un bastoncino e molto altro ancora (sono perfetti anche i giochini fai da te come, per esempio, i rotolini vuoti della carta igienica e le bottiglie piccole di plastica).
Il segreto, per coinvolgere il micio e catturare la sua attenzione, risiede nel modo in cui si muovono gli oggetti che vengono percepiti dal gatto come prede: questi devono, perciò, allontanarsi dall’animale ed essere spostati in modo imprevedibile e con velocità variabile (si consiglia di alternare movimenti rapidi e lenti e nascondere, se possibile, l’oggetto dietro il divano o un mobile). Tutto ciò senza mai dimenticare che il gatto deve sempre trionfare e per questo motivo è importante che riesca a ‘catturare’ il suo giochino (in caso contrario potrebbe, difatti, frustrarsi).

Un’alternativa molto interessante è quella di proporre all’animale delle specie di sfide (o problemi da risolvere): riuscire a trovare bocconcini sparsi per la casa, prendere le crocchette all’interno di una scatola, ecc….
Il padrone, in questi casi, deve limitarsi a osservare l’animale, ma deve essere il gatto a ingegnarsi per superare la prova.

2. Quando il proprietario diventa una preda

Alcuni gattini, durante il gioco, tirano fuori le unghie, mordono il padrone e attentano, nel vero senso della parole, alle mani e ai piedi dello stesso.
Questo atteggiamento, che non deve essere assolutamente sottovalutato, può essere imputato a due diversi fattori.

  • L’animale si eccita in modo importante e perde il controllo: in tal caso il proprietario deve fermare immediatamente il gioco e lasciare che il micio si rilassi.
  • Il gattino non riesce a controllare il morso perché non ha ricevuto adeguati insegnamenti dalla mamma. Ciò accade soprattutto quando i cuccioli rimangono orfani o vengono sottratti alla madre prima del tempo.

Il padrone deve, quindi, essere pronto a dire un no deciso, allontanarsi dal gatto e ignorare lo stesso per alcuni minuti.
Si consiglia quindi, in ultima analisi, di:

  • evitare qualsiasi gioco che comporta il contatto diretto con gli arti superiori e/o inferiori;
  • non farsi rincorrere in giro per la casa.

È, perciò, fondamentale che il gatto impari fin da piccolo a non giocare con gli arti superiori e inferiori del proprio padrone; l’animale da adulto potrebbe, difatti, continuare ad aggredirli.
Le mani devono, infatti, essere usate solo per esprimere affetto nei confronti del proprio micio (coccole e carezze).
Rapportarsi correttamente con il gattino durante il gioco è, perciò, essenziale e tale approccio deve essere spiegato anche ai più piccoli che, in caso contrario, potrebbero correre il rischio di essere morsi e/o graffiati.